di Antonella Crippa
Sottili scatole di legno – contenenti varie sovrapposizioni di vetro, stampe su fogli di acetato e carta fotografica – rappresentano i luoghi della memoria di Armida Gandini. Al loro interno, la sequenza dei fogli trasparenti non è casuale, poiché simula il processo di riaffioramento del ricordo. Nel tentativo di indagare la propria identità attraverso la memoria, Armida Gandini, infatti, utilizza tre strati i immagini rappresentanti rispettivamente il proprio vissuto, il ricordo di un’esperienza e la sua chiave interpretativa. I tre livelli di elaborazione si appoggiano l’uno sull’altro come in una stratificazione geologica, rendendosi reciprocamente necessari per la creazione di un’unica immagine.
Lo strato più profondo è quello della memoria confusa del proprio passato, rappresentata dal bosco: gli alberi e le foglie sono fotografati fuori fuoco e successivamente stampati su una carta traslucida mentre, nel più recente ciclo di lavori, il “bosco delle fiabe” viene disegnato, scansito e stampato con il plotter. Il livello successivo è quello di un ricordo specifico, rappresentato dalle immagini, anch’esse sfuocate, dell’artista bambina. Tali fotografie, riprodotte su acetato e inserite tra fogli di vetro, in virtù delle reciproche distanze proiettano sul bosco le proprie sagome. All’ultimo gradino viene collocata la fiaba, usata da Gandini come guida alla lettura; attraverso l’insegnamento in essa contenuto, il ricordo assume carattere generale e viene cosi’ svincolato dalla stretta autobiografia. Gandini sembra anche rassicurare chi guarda sull’esito positivo delle sue avventure: la piccola della Passeggiata nel bosco sembra aver percorso una lunga strada e attraversato situazioni pericolose, giungendo tuttavia a casa, arricchita da tante esperienze. Come Armida, molti hanno alle spalle il lupo, o Lucignolo, o il gatto e la volpe, o le sorellastre di Cenerentola: le fiabe che l’artista utilizza divengono così paradigmi anche del nostro vissuto.
Antonella Crippa, recensione da Tema Celeste 87/2001 in occasione della mostra I luoghi della memoria presso Fabio Paris Artgallery, Brescia
Places of memory
by Antonella Crippa
Armida Gandini’s Places of memory take the form of slim wooden boxes filled with different layers of glass, printed acetate, and photographic paper. The order in which these transparent sheets are placed is by no mean random and seeks to echo the process by which memories are evoked. In an attempt to explore identity through memory, Gandini represents the three stages, which that she considers part of this process – the real experience, the memory of the experience, and the key to its interpretation-with three layers of images.
Placed close together, one on top of the other, like rock strata in a geological excavation, the three levels are presented as being essential to one another in order to create a single image. At the deepest level lies the confused memory of one’s past, represented by out-of-focus photographs of woods, trees, and leaves that have been printed on translucent paper. In the artist’s most recent series of works, this “fairytale wood” has been drawn, scanned, and printed using a plotter.
The next level is that of the specific memory, symbolized by further out-of-focus images, this time of the artist as a child, which have been reproduced on acetate and inserted between sheets of glass. A carefully calculated distance between the two layers allows the shadowy forms of the figures depicted on the acetates to fall onto the photographed scenes of the woods. The top level depicts the fairytale, which Gandini includes as a key to interpreting her work; the parable contained within this level allows the private, personal memory to become general and, released from its strictly autobiographical formula, applicable to all.
Gandini seeks to reassure the observer that her adventures have a positive outcome. The little girl in Passeggiata nel Bosco (A Walk in the Woods) has traveled a long way and passed through many dangerous situations, but she has arrived safely home, enriched by her many experiences. The wolf, the wicked witch, the cat and the fox, Cinderella’s ugly sisters – we are all running from the shadow of evil; we are no different to Gandini and the stories she uses become paradigms for our lives.